La Storia

L'Istituto Tecnico per il Turismo di Rimini nasce nel 1969, come succursale dell'Istituto Tecnico per il Turismo di Firenze, presso L'Istituto Tecnico per il commercio "R. Valturio".

In pochi anni, grazie soprattutto all'importanza del settore turistico nell'economia della nostra regione e alla qualità della formazione professionale fornita, il numero degli studenti iscritti aumenta considerevolmente, tanto da consentire all'Istituto, nell'anno 1974-75, il raggiungimento dell'autonomia giuridica ed amministrativa. 

La prima sede ad esso assegnata è in via Agnesi e dispone di una succursale in via Gallina. La necessità però di una struttura adeguata alle esigenze didattiche specifiche di questo settore di studi, porta la Provincia a conferire all'istituto la sede attuale di viale Regina Margherita a Marebello di Rimini.

L'Istituto è uno dei 17 Istituti Tecnici Statali per il Turismo esistenti in Italia ed è l'unico in Emilia-Romagna. L'edificio, ampio e luminoso, collocato in riva al mare, dispone di numerose aule speciali e laboratori. 

DA COLONIA ESTIVA A SCUOLA 

L'edificio, di pregevole fattura, è stato costruito a mare della strada litoranea (ora via Regina Margherita), come colonia marina, all'inizio degli anni trenta ed era subito diventata per la sua funzionalità, capienza e localizzazione, punto di riferimento e simbolo del programma educativo ­assistenziale del passato regime.

I fini della costruzione, con il linguaggio magniloquente del periodo, si riassumono nello slogan che accompagna la colonia sin dal suo nascere: "Per non essere secondi a nessuno". In occasione delle nozze fra l'allora principe ereditario Umberto di Savoia e la principessa Maria Josè, era stata la segreteria generale del Partito Nazionale Fascista a stabilire che tutte le iniziative locali in omaggio agli augusti coniugi dovessero "essere rivolte alla formazione o comunque a beneficio dell'assistenza delle nuove generazioni, e in particolar modo alle Colonie Marine". In ossequio a tale direttiva, il Podestà di Rimini considerando che il Comune non poteva essere "secondo a nessuno in tale manifestazione di affetto e devozione " alla Casa Regnante, aveva deliberato a titolo gratuito di cedere un'area di sua proprietà fra Bellariva e Miramare, "allo scopo di farvi sorgere il costituendo edificio da destinarsi a sede della Colonia Marina Fascista Provinciale". Su progetto dell'ing. Arnaldo Fuzzi, forlivese - uno dei massimi esponenti dell'architettura razionalista del ventennio - con alle dipendenze maestranze riminesi, in soli ottanta giorni l'edificio venne costruito.

I lavori di rifinitura proseguirono per circa un anno. La superficie del lotto su cui è sorto l'edificio è di 12804 metri quadrati, la superficie coperta di 3102, con un volume di 34271 metri cubi, articolata su tre piani. L'inaugurazione ebbe luogo il 15 agosto 1930 alla presenza di autorità locali e di governo. L'avvenimento ebbe grande risonanza:" Il 15 agosto è stata inaugurata - è riportato su Ariminum del luglio-agosto 1930 - e subito accolse 700 bimbi del popolo di Romagna, la Colonia Marina "Duce".

La fabbrica, grandiosa e perfetta in tutta la sua modernissima attrezzatura, sorge sulla spiaggia di Marebello, a poche centinaia di metri più a sud di Bellariva. Pochi giorni prima della inaugurazione S.E. il Capo del Governo ha voluto visitarla, giungendo in forma privatissima e pilotando la sua macchina... Il giorno di Ferragosto, come abbiamo detto, ebbe luogo la inaugurazione ufficiale. Convennero a Rimini moltissime personalità del Governo, senatori deputati ... Poco dopo le 11, un imponente corteo di macchine si è recato al mare a inaugurare la colonia "Duce".

L'Amministrazioni Comunale ha offerto ... feste e ricevimenti cordialissimi e un banchetto riservatissimo di pochi coperti al Kursaal." La colonia funzionò effettivamente sino allo scoppio del secondo conflitto mondiale, accogliendo ogni estate i bambini della Provincia di Forlì. Pochi anni dopo la sua costruzione, sempre in omaggio al clima dell' epoca, venne "ribattezzata" con il nome del fratello del Capo del Governo, Arnaldo Mussolini, direttore del giornale del partito Il popolo d'Italia, che era scomparso nel 1931.

All'inizio della guerra, venne requisita e adibita ad ospedale militare, e come tale rimase per tutto il conflitto; nel periodo susseguente all'8 settembre del 1943 subì anche vari danneggiamenti e furti di attrezzature e suppellettili. Ritornata finalmente la pace, fu riportata nel 1947 alla sua originaria attività dopo essere stata sottoposta ad una serie di lavori di sistemazione funzionale, resisi indispensabili dopo le manomissioni ed i danni subiti negli anni del conflitto.

Nell'intento di rimuovere tutto quanto ricordava il passato regime, le fu di nuovo cambiato il nome, anche se una "intitolazione" ufficiale non venne mai effettuata: fu chiamata, da allora, "Colonia Forlivese". In questa sua funzione di colonia continuò a ospitare nel periodo estivo fanciulli e bambini della provincia di Forlì sino agli inizi degli anni settanta, quando finì per perdere la sua ragion d'essere con l'avvento delle vacanze di massa per tutte le famiglie.

I lavori di ripristino per rendere l'edificio idoneo ad un nuovo e diverso utilizzo vennero avviati nel 1978 dall' Amministrazione Provinciale di Forlì nel 1978, con l'intento di trasferirvi il Marco Polo. Questi lavori furono progettati e realizzati con una corretta metodologia d'intervento, tesa a conservare gli elementi architettonici e decorativi della costruzione principale, caratterizzata da un impianto tradizionale e padiglioni accorpati su modulo tripartito.        

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